Quella sera mi addormentai profondamente. Ad un certo punto sentii che qualcuno mi toccava il viso. Convinta che fossero i miei genitori mi svegliai e, invece, vidi un signore vestito in modo strano, circondato da una luce bianca.

Spaventata gli chiesi: “Chi sei e perché sei qui?”. Lui mi rispose: “Io sono l’anima di uno dei più famosi artisti italiani. Sono venuto per portarti nel Regno dei morti, dove ti racconterò la mia storia.”

Lo spirito schioccò le dita e ci ritrovammo in un giardino colorato pieno di angeli che volavano di qua e di là suonando meravigliose melodie con i flauti.

L’anima sorrise e mi disse: “Questo è il regno dei morti. Noi qui siamo felici e non ci preoccupiamo di niente. Ma non era questo ciò che ti volevo mostrare; seguimi!” 

Mi condusse in una grotta illuminata da diamanti splendenti: all’ interno c’erano delle porte che poggiavano sulle nuvole.

Cercammo la porta giusta e quando la trovammo vidi che sopra c’era scritto “Stanza dei Ricordi n°1232”.

Entrammo; dietro la porta si nascondeva il cielo stellato dell’universo sul quale per magia stavamo in piedi.

Allora lo spirito gridò: “Che la mia storia abbia inizio!”.

Nelle prime figure si vedeva l’anima da bambino con la sua famiglia in una città che assomigliava molto a Firenze; poi la vidi davanti ad un blocco di marmo con uno scalpello in mano, stava scolpendo una scultura che mi sembrava famigliare…

La guardai meglio e la riconobbi: era “La Pietà”.

Esclamai: “Ma … tu sei Michelangelo!”

Lui mi sorrise e continuammo il nostro viaggio.

“Cosa ti ha inspirato a diventare scultore?” 

“Questa passione è nata con me, appena vedevo un pezzo di marmo immaginavo subito la scultura che sarebbe nata.”

Camminando riconobbi il Giudizio Universale e gli dissi: “Il tuo affresco ha avuto grande successo. Ancora oggi milioni di persone fanno la fila per ammirarlo”.

“Ho alcune curiosità, Maestro, perché hai messo Biagio da Cesena all’Inferno?”

 “L’ho fatto perché ha criticato il mio affresco dicendomi che avevo raffigurato troppi corpi nudi, così ho deciso di punirlo e adesso è là, con le orecchie da asino e un serpente che lo tormenta”. 

“Come mai oltre a essere scultore sei diventato pittore?”

“In realtà io odiavo dipingere, ma Giulio II ha insistito così tanto! Ed io non potevo certo rifiutare le richieste di un papa!”

All’improvviso iniziai a vedere tutto sfocato finché non diventò tutto buio.

Mi svegliai e capii che il mio viaggio, purtroppo, era finito.

                                                                                                                               Sofija Marinkovic  classe  II A    Scuola Media “Ungaretti”